Il fundraising 2.0? Una questione di coordinate.


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Sì, lo so, il titolo è un po’ criptico, ma vi assicuro che il tema è molto meno oscuro.

Immaginate di dover mettere insieme diversi gruppi di volontari sparsi per il territorio. Immaginate di dover avvicinare anche singoli attivisti, magari dispersi in mille paesini diversi. Immaginate se poi attorno ai vostri militanti volete lanciare una campagna di raccolta di adesioni nazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica e magari pensate che un giorno questa campagna possa diventare  planetaria. C’è di che perdere l’orientamento. E allora che fare? La risposta è geniale quanto ovvia: servirvi di una mappa.

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Questo è esattamente quello che ha pensato, e fatto, anche la NSPCC (altro bel caso che ritorna tra i post di Fundraising Now!) che ha lanciato da poco un nuovo servizio di Social Network: Be the full stop!

Come nei migliori casi visti finora, Be the full stop! non è solo un esempio di campagna Categorievia web, proprio perché nasce per aggregare e stimolare la partecipazione e l’integrazione degli inglesi su un tema particolarmente sentito, quale quello degli abusi sui minori, ma di sicuro si sente e si vede che è nata, come capita sempre più spesso, attorno a modalità tipiche della rete e del Web 2.0.

Basti pensare che uno dei modi per aderire alla campagna è quello di pubblicare le proprie fotografie, scattate nei centri commerciali aderenti, con attorno un bel cerchio verde (il punto che da il nome alla campagna). Un meccanismo tipico di molte campagne di marketing virale in rete che qui assume però livelli di virtuosismo assoluto, grazie a questa onnipresente e un po’ grottesca presenza del punto verde.

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 Ma al di là di questo aspetto e al di lè dei tanti altri tipici tools del web 2.0 (potete crearvi il vostro spazio, raccogliere fondi, invitare un amico, comunicare, ecc. ecc.) la cosa più  interessante è proprio l’uso che della mappa (altra icona della piccola rivoluzione che Internet sta vivendo in questi ultimi anni) viene fatto da NSPCC.

Perché la mappa, con la sua capacità di mostrare il radicamento sul territorio, di mostrare e condividere un’identità territoriale (riportando a terra e cioè nella nostra socialità primaria, quello che in rete rischia di essere freddo, distante e un po’ angosciante), di mettere ordine nella complessità, di porre contemporaneamente in competizione territori distanti ma dentro una cornice comune è, e credo sempre di più si dimostrerà, l’icona per eccellenza della raccolta fondi applicata al web 2.0, ossia del fundraising 2.0.

3 pensieri su “Il fundraising 2.0? Una questione di coordinate.

  1. Ciao Paolo! Qui un ex corporate fundraiser di ActionAid. Ho scoperto il tuo blog per caso (cercando info sulla campagna Usa di Obama): complimenti complimenti complimenti: sei troppo avanti!
    Segnala la tua mail, sul blog (o metti una form) volevo scriverti ma non sapevo come!
    Keep up the good work!
    Dani B

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